Recensione “di nicchia” riservata esclusivamente ai fan di Neil Young. Il cantautore canadese completa (o quasi, a breve è previsto un libro…) con questo film il progetto “Greendale”, ciclo creativo che sembra avergli ridato l’entusiasmo assoluto dei meravigliosi esordi. Un breve riassunto: l’anno scorso esce l’album Greendale, una saga in musica che racconta le avventure di una famiglia (i Green) nell’America delle multinazionali e del progresso scriteriato.
Ogni canzone racconta un personaggio o un aneddoto; il disco diventa poi uno spettacolo teatrale e una tournèe anomala; e, oggi, rinasce ancora come film. I fotogrammi (Young è anche regista) scorrono sopra le note e regalano volti e gesti ai personaggi. Cinema povero ma curato e coinvolgente. Una pecca relativa: niente sottotitoli in italiano. (Marco Sideri)