Nuovo disco e vecchie polemiche per Wynton Marsalis: detrattori ed estimatori discutono da anni se il percorso del trombettista di New Orleans, approdato alla Blue Note dopo la lunga militanza alla Columbia, sia da considerarsi meramente conservatore e fine a se stesso (quando non stucchevole) o un fondamentale contributo alla storia del jazz.
Dopo i dischi passati a rileggere i grandi del passato, il nuovo album è tutto di composizioni originali eseguite da un nuovo quartetto (e due cantanti/ospiti d’eccezione come si usa adesso, uno spento McFerrin in “Baby I love you”, una straordinaria Diane Reeves in “Feeling of jazz”); ma "In the magic hour" non porterà argomenti alla controversia, tanto banale e inutile suona all’ascolto. Solo l’ultimo brano lascia presagire quello che Marsalis potrebbe fare, il che non fa che aumentare il rimpianto. (Danilo Di Termini)