Nei giorni confusi del jazz italiano, alla perenne ricerca di un’identità (che lo distingua dalla musica da night malamente contraffatta) e di un pubblico disposto ad ascoltarlo, il disco che Roberto Gatto ha inciso insieme a Stefano Bollani al pianoforte, Paolo Fresu alla tromba, Rosario Buonaccorso al contrabbasso e Daniele Tittarelli al sax, rischia di passare inosservato. E sarebbe un vero peccato perché il ‘supergruppo’ suona a memoria, ma non di maniera, svolgendo un repertorio di brani originali (quello che dà titolo all’album, davvero bello) alternati a titoli di Morricone, Elvis Costello, l’immancabile aria di Leoncavallo e una curiosa “At last i’m free” degli Chic (era la side B di “Good times”), già immortalata da Robert Wyatt. Musica che tutti vorrebbero ascoltare dalla porta accanto. (Danilo Di Termini)
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