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Nel 1972, durante le registrazioni del disco Prosperous di Christy Moore si riunì per la prima volta il nucleo dei Planxty; oltre a Moore, alla voce, chitarra e bodhran il gruppo comprendeva i seguenti musicisti: il polistrumentista Donal Lunny, responsabile dell’introduzione su larga scala del bouzouki nel revival irlandese nonché abile arrangiatore e innovatore; Andy Irvine, di ritorno da una assidua frequentazione dei folk club inglesi, un timbro vocale indimenticabile, raffinato compositore e musicista con una passione per i ritmi balcanici che caratterizzeranno alcuni momenti strumentali del gruppo; Liam O’Flynn, suonatore di uileann pipes, la tradizionale cornamusa irlandese, allievo dei migliori maestri dello strumento e garante della continuità musicale più legata alla tradizione. Lo stesso Moore aveva una buona esperienza nella scena folk irlandese e una carriera già consolidata. Dalla formazione di questo ‘supergruppo’ nacque un nuovo filone nel folk revival irlandese, che si trovava bloccato fra la tradizione più ‘classica’ dei seguaci di Sean O’Riada, i Chieftains, e le ballads dei Dubliners, nomi importanti ma ben poco innovativi. La somma di simili talenti consentì, in questo disco, l’accostamento di diverso materiale senza far perdere originalità al progetto, creando un modello che viene usato tuttora nei gruppi ispirati o derivati dai Planxty. L’ascolto rivela una gemma dopo l’altra, dall’iniziale ‘Raggle Taggle Gypsy’, che confluisce con gioia nello strumentale ‘Tabhair Dohm Do Lamh’, a melodie immortali quali ‘Si Bheag Si Mor’ o la nostalgica ‘The West Coast Of Clare’, per finire, alla grande, con ‘The Blacksmith’ e il suo enfatico epilogo strumentale.
(Fausto Meirana)