Agli inizi degli anni settanta, sulla scia dei T- Rex, nasce tra mille lustrini il glam-rock (per gli amici: semplicemente “glam”). David Bowie, già autore di un album che ne porta i segni, Hunky Dory, crea un personaggio per entrare appieno in questa nuova era: un extraterrestre androgino, col viso truccato, tutine aderenti dai colori sgargianti e capelli rossastri. Nasce Ziggy Stardust, e rimane ancora oggi la maschera perfetta per rappresentare quel periodo, quello stile.
Ad accompagnare Bowie/Ziggy ci sono “The Spiders From Mars”: Mick Ronson, chitarra e pianoforte, Trevor Bolder, basso e Woody Woodmansey, batteria. Il 6 giugno 1972 si schianta sulla terra “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars”, concept-album sull’alieno diventato Rock-Star e la sua folgorante autodistruzione. Il Divo Ziggy: osannato dalle folle e distrutto da star-system. La musica alterna ballate soffici e pezzi rock molto tirati, dove la chitarra di Mick Ronson, poi al fianco di Dylan nella Rolling Thunder Review, regala guizzi folgoranti.
Bowie non smette i panni del suo personaggio anche fuori dalle scene, suscitando scalpore con dichiarazioni e concerti stravaganti. La saga di Ziggy finisce il 4 luglio 1973, all'Hammersmith Odeon di Londra, dove Bowie annuncia la morte del suo personaggio.
L’album, a differenza ad esempio del primo disco dei Roxy Music, non riporta innovazioni rilevanti sul piano musicale, ma rimane, per la sua inventiva e la sua carica immaginifica, uno dei più grandi album glam, e non solo, mai incisi. (Andrea Vincenti)