citizenkane_windowDISCO MIX a cura di Jedediah Leland

la musica che ci pare e piace

 

 

La notizia è di quelle ghiotte, tanto da meritare una mezza pagina del secondo quotidiano più letto in Italia: un disco che comprende "Their Finest Hour", il proclama contro Hitler pronunciato nel 1940 da Winston Churchill, ha scalato le classifiche e si trova questa settimana al quinto posto, davanti a celebri popstar viventi e no (decidete voi chi) come Lady Gaga, John Lennon o Robert Plant. In realtà il disco, realizzato dalla banda musicale della Raf, la Royal Air Force, comprende due campionamenti: uno tratto dal famoso discorso del 18 giugno churchill(non quello con il Blood Sweat and tears, Sangue, sudore e lacrime, datato invece al 13 maggio), l'altro, "Never in the Field of Human Conflict", risalente al 20 agosto, tutti proferiti in quel tragico 1940. Ovviamente la faccenda riguarda solo le charts di là della Manica e dell'Atlantico; da noi nella classifica di iTunes al primo posto troviamo un'altra operazione in qualche modo simile, il campionamento di alcuni imperdibili frasi di Mara Maionchi, un brano banalmente elettro-dance intitolato "Fantastic" ad opera di un fantomatico My own key, pseudonimo di cui non vogliamo sapere altro. Pur non essendo mai stato un grande sostenitore della musica autoctona - "et pour cause" direbbero i francesi - non si potrà convenire che anche nelle manifestazioni più bizzarre e strampalate il livello medio della produzione estera (ovviamente parliamo principalmente di Inghilterra e Stati Uniti) è infinitamente superiore a quella del bel paese. Musicalmente, dopo la canzone napoletana, non abbiamo più prodotto niente di originale; dal beat al progressive, dal punk alla new wave siamo fondamentalmente un popolo di derivati. Il nostro unico vanto, per molto tempo, sono stati i testi, dai cantautori della scuola genovese passando per Rino Gaetano fino a Vasco Rossi e Tricarico. Ora che ci affidiamo alla pur simpatica Maionchi per opporci a un premio Nobel della letteratura come Winston Churchill (nel 1953 per i suoi scritti storici), non possiamo che prendere atto di un declino ormai ineluttabile.

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