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Concerti Concerti ACOUSTIC NIGHT 15
 

ACOUSTIC NIGHT 15 ACOUSTIC NIGHT 15 Hot

Acoustic Night 15 foto Michael Schlueter

E quindici. Tre lustri belli completi, una scommessa vinta con il sorriso sulle labbra, tanto lavoro "dietro le quinte", complice e sodale una piccola grande donna come Federica Calvino Prina, un cuore grande così. Beppe Gambetta torna nella sua Genova, ed ancora una volta il Teatro della Corte (sul palco al solito una meraviglioso quadro a pannelli di Sergio Bianco) si riempie del pubblico delle grandi occasioni per la Acoustic Night numero quindici. Stavolta la scommessa è davvero impegnativa, quattro sere di fila. Si diceva di Federica: è sua l'idea tematica di quest'anno, Italian Americans. Degno seguito di due dischi ormai "storicizzati" di Gambetta, Traversata e Serenata. Lì si indagavano le storie incrociate e dense di aneddoti dei virtuosi delle corde che sui "vapori" traversarono l'oceano per portare nuove note nelle Americhe. Oggi, un secolo dopo o giù di lì, portano cognomi italiani decine di migliaia di musicisti negli Stati Uniti d'America. Qualcuno ricorda qualche frase in italiano, qualcuno è uno yankee a tutti gli effetti, ma comunque ben fiero delle proprie origini. Come Kathy Mattea, songwriter di quella parte del country nashvilliano tutt'altro che retrivo, fatto di storie vere di gente vere che lavora. I nonni di Kathy erano di Mazzé, nel torinese, e finirono in cerca di fortuna nel Kentucky, miniera e buio ogni giorno. Kathy se ne ricorda bene: e nel suo canzonie spesso affiorano quei ricordi. Italoamericani di New York sono Frank Vignola e Vinny Raniolo: il primo è un solista di capacità stellare, un ragazzo con l'aspetto da giovane Woody Allen cresciuto alla scuola di Les Paul che suona intricatissimi assoli come se stesse facendosi la barba, il secondo ha un polso ritmico che può affrontare ogni tempo, anche velocità che per tanti chitarristi sarebbero da formula uno, più che da pentagrammi. Queste le "forze in campo". Al solito però Gambetta riesce a costruire la sua Acoustic Night non come una parata della bravura tecnica trascendentale, ma come uno spettacolo di emozioni e di umanità in scena. Ad esempio quando ha fatto cantare ad una emozionata Kathy Mattea "Lontano lontano" di Luigi Tenco, o quando ha concesso un anticipo del suo prossimo disco, che sarà in duo con il virtuoso scozzese Tony McManus, proponendo una We Slightly Go Blind da brividi. Certo, ascoltare gli spazi riservati ai due giovani virtuosi italoamericani è stata una festa dello stupore: tecnica impressionante, facilità di suono da lasciare di stucco. Tico Tico che diventa il tema del Padrino, e poi Stairway to Heaven dei Led Zeppelin. Anche una bella dose di humour, dunque. Ma forse il cuore della Acoustic Night batte colpi più veri quando il tempo rallenta, e Gambetta trova modo di appoggiare un tocco sui bassi o un armonico volante dove fa meglio al cuore: vedi alla voce Eighteen Wheels and a Dozen Roses. (Guido Festinese)

foto Michael Schlueter

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