In un mondo, quello del jazz contemporaneo, sempre più asfissiato dalla mancanza di fondi per far suonare nomi che non appaiano nel consueto, trito circo dei "soliti noti" chiamati ovunque, perfino a far da spalla a sfiatati cantanti al festival di Sanremo, è una gran consolazione che ogni tanto qualcosa si muova. Certo, ci vogliono idee, energie e qualche soldo da spendere. Pochi, si intende: diciamo la frazione della frazione della frazione di quanto costa un Keith Jarrett. Il Goethe Institut di Genova, ad esempio, mercoledì sera in collaborazione con l'Ellington Club e il Count Basie ha portato a Genova, nella bella "tana" medievale di volte a mattoni il trio capitanato da Pablo Held. Senza biglietto d'ingresso, solo la necessaria tessera Arci. Non poco di questi tempi. Ma non è tanto di faccende di risparmio che vogliamo parlare. Qui si parla dell'assoluta eccellenza di un pianista che, a venticinque anni, ha tutte carte in regola per essere uno dei prossimi grandi degli ottantotto tasti bianchi e neri. Assieme agli amici di Colonia Robert Landfermann e Jonas Burgwinkel ha costruito un trio scintillante e paritetico, che si muove come un'unica entità, nella scia storica di Evans e Jarrett e Meldhau, naturalmente, ma con un occhio (e un orecchio) di riguardo anche ad altre esperienze decisive del jazz moderno e contemporaneo: Paul Bley per la straordinaria sapienza armonica con cui imposta le sue lunghissime sequenze, John Taylor per certi esiti lirici e struggenti, lasciati come a galleggiare in vaste oasi di silenzio. E poi c'è, ben assorbita, anche tutta la lezione dei pianisti "nordici" di stampo Ecm: senza alcuna leziosità, peraltro. Per una musica così impervia (e al contempo comunicativa, per l'attenzione verificata del pubblico) in concerto servono partner eccellenti: Landfermann e Burgwinkel lo sono entrambi. Burgwinkel con il suo drumming nervoso e spezzato, spesso puri giochi di timbri su pelli e metalli, Landfermann per la cavata profonda, e un magistrale padronanza dell'archetto. Due lunghi set senza interruzioni, salutati da grandi applausi, e un bel bis richiesto a furor di popolo. Chi non fosse riuscito a seguire il concerto a questo punto corra ad ascoltarsi il cd del Trio: Forest Of Oblivion (Pirouet Records), ne sentirà delle belle. (Guido Festinese)
PABLO HELD - Al Count Basie
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