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Concerti Concerti BOB DYLAN – Grenoble, France - Palais des Sports - 19 giungo 2008
 

BOB DYLAN – Grenoble, France - Palais des Sports - 19 giungo 2008 Hot

ImageConcerto con posti numerati al Palazzo dello sport di Grenoble, una vasta sala dall'interno leggermente spettrale: la pista che serve evidentemente per il ciclismo è coperta da una moquette rossa, altre strutture da enormi teli neri. E' una disposizione che non aiuta molto a "sentire" il concerto, non tanto per l'acustica relativa al suono della band, che almeno davanti è ottima, quanto perché le reazioni del pubblico sono estremamente ovattate, conferendo una qualche freddezza poco piacevole in un concerto. L'inizio è previsto alle 20.30 in punto, e fino a pochi minuti prima molta è la gente che ancora si aggira per prendere posto. Le due file dinanzi alle transenne, anzi, rimangono vuote fino agli ultimi istanti, evidentemente perché i posti non sono stati messi in vendita al pubblico, ma sono riservati a organizzatori e vip locali. Questo permette ad alcuni fans, che preferirebbero vedere il concerto in piedi, di sedersi dove non dovrebbero (generando qualche confusione quando i possessori del biglietto arrivano), e di scattare prontamente all'inno che introduce Dylan e la band. Si comincia con una vivace e tirata "Watching The River Flow", seguita da "Girl Of The North Country", e poi arrivano i primi pezzi del repertorio più recente: "Lonesome Day Blues" e un'intensa "Love Sick".

A questo punto altra gente si è avvicinata alle transenne; "Tangled Up In Blue" ha un nuovo arrangiamento che non mi convince molto, ma è anche vero che durante l'esecuzione la security, probabilmente richiamata dalle proteste della fila vip, che ormai riesce a vedere ben poco, cerca di far allontanare le persone in piedi, con un successo parziale (alcuni restano comunque, altri torneranno più tardi), rendendo difficile concentrarsi sul concerto. "Rollin' And Tumblin'" è eseguita bene, poi arriva la prima grande sorpresa: una "Love Minus Zero/No Limit" completamente diversa dall'originale, nonché da altre versioni sentite dal vivo; adesso è un pezzo nuovo, ritmato, cantato con molta intensità. Segue "Highwater", di nuovo un brano piuttosto veloce, il che evidenzia come rispetto agli ultimi anni Dylan abbia cambiato il pattern consueto, costituito dall'alternanza tra un pezzo veloce e uno lento, ed è una buona scelta. "A Hard Rain's A-Gonna Fall" viene accolta, come si può immaginare, con entusiasmo dal pubblico; è una bella versione, con un Dylan molto presente nel dirigere i musicisti verso un crescendo finale; il ritmo si mantiene alto con un'ottima "I'll Be Your Baby Tonight", nella quale Bob sfodera una voce in grande forma. Riconosco subito "Workingman's Blues #2", un pezzo che finora non avevo mai avuto la fortuna di ascoltare dal vivo; non differisce molto dal disco, è eseguita con grande intensità ed è davvero un'emozione straordinaria, interrotta da una più consueta e sempre ottima "Highway 61 Revisited", ma che riprende con la successiva "Ain't Talking", seguita dal pubblico in tutta la sua – non indifferente – durata con estremo, rispettoso silenzio. Di nuovo il ritmo cresco con "Summer Days", sulla quale la band si lascia andare a improvvisazioni piuttosto riuscite; chiude il concerto "All Along The Watchtower", non certo la migliore mai sentita: Dylan è scontento e, come sempre, lo mostra chiaramente ai musicisti, in particolare al chitarrista Stu Kimball, al quale a un certo punto sembra chiedere di non suonare. Dopo una breve pausa, i bis consueti: una buona "Thunder On The Mountain" e una "Blowin' In The Wind" non troppo sentita; forse Bob è stanco, più pallido del consueto, o forse nelle ultime battute i musicisti hanno perso un po' il filo. E' il rischio di ogni concerto di Dylan, dal momento che l'improvvisazione, la voglia di sperimentare e il feeling del momento continuano ad avere la meglio sui meccanismi ben oliati cui altri musicisti del suo status preferiscono attenersi. Inutile dire che in questo sta anche la sua grandezza. (Marina Montesano)

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