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Concerti Concerti BOB DYLAN – Hallenstadion, Zurigo – 29 aprile 2007
 

BOB DYLAN – Hallenstadion, Zurigo – 29 aprile 2007 Hot

Sono alla mia ultima tappa della tournee di Bob Dylan, che proseguirà invece sino al 5 maggio in Europa per poi riprendere da fine giugno in nord America. L’enorme Hallenstadion di Zurigo è gremito da un pubblico dall’età media decisamente più alta rispetto a quanto visto nelle due precedenti serate italiane; si tratta di un pubblico molto compito, che applaude educatamente fra un brano e l’altro ma non si lascia andare a manifestazioni d’entusiasmo, anche a causa di una security rigida che costringe tutti a restar seduti fino agli encores, quando qualche centinaio di fans riescono ad accalcarsi sotto il palco.

Il concerto è solido, Dylan di nuovo in gran voce, e la scaletta include “Girl Of The North Country”, “Visions Of Johanna”, “Tangled Up In Blue”, “Blowin' In The Wind”; quest’ultima, con il nuovo arrangiamento inaugurato a Torino, è fra i pezzi migliori della serata insieme a “Nettie Moore”, “Things Have Changed” e una “Thunder On The Mountain” suonata ormai a velocità ben maggiore rispetto all’originale. In conclusione a questi otto concerti rimangono un paio di cose da dire: intanto, erano anni che non si assisteva a una sequenza di shows tanto solidi e centrati come in questo tour europeo. Sarà probabilmente il successo delle molte novità di questi ultimi due anni (“Chronicles”, “No Direction Home”, “Modern Times”, le trasmissioni della “Theme Time Radio Hour”), ma il Dylan visto e sentito in questi concerti è in grandissima forma; anche una serata storta come quella torinese, che forse un tempo si sarebbe trasformata in una performance incolore, viene invece recuperata con tenacia e trasformata in un successo. Seconda considerazione, è un peccato che le date italiane non siano andate sold out: è piuttosto strano che a Zurigo si vendano 14000 biglietti e a Milano 7000. Molti ne attribuiscono la responsabilità alla critica italiana, generalmente poco competente e ancora alle prese con polemiche sterili come quelle sullo stravolgimento degli arrangiamenti (in realtà un motivo in più per andarlo a vedere live). Ma può darsi invece che ciò risponda in effetti ai gusti del pubblico italiano, interessato quasi soltanto a operazioni nostalgiche (come la riunione dei Police) e dunque sconvolto dal fatto che “Blowin’ In The Wind” non venga suonata come una ballata con la chitarra acustica. Poco importa, il Never Ending Tour è una esperienza unica, la cui evoluzione va seguita di anno in anno. Arrivederci al 2008 allora o magari, chissà, già al prossimo autunno. (Marina Montesano)

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