Non c'è dubbio che il pubblico milanese sia stato trattato meglio di quello torinese, non soltanto per l'acustica della sala: a confronto del Palaolimpico di ieri, il solitamente deprecabile Datch, ex Filaforum, è sembrato infatti il paradiso della musica. Cosa più importante, il Dylan di stasera sembrava spiritato, senza i malumori che avevano adombrato la performance di ieri, ed anzi persino sorridente, in particolar modo durante le numerose jam nelle quali ha condotto la band nel corso della serata.
Avendo visto sette concerti durante le ultime tre settimane, e senza aver ancora avuto la possibilità di riascoltarli tutti, mi è difficile dire quale sia stato il migliore, ma di una cosa sono certa: a Milano Dylan ha cantato con una voce straordinaria, e spero emerga presto una registrazione in grado di fargli giustizia. In un concerto solido a volte non è facile individuare highlights, ma non per ieri sera, quando ha trionfato una versione incendiaria di 'Desolation Row', in assoluto la migliore fra tutte quelle da me mai ascoltate, cui è seguita una insolita - per questi mesi - e scatenata 'I'll Be Your Baby Tonight'. Molto bello anche il nuovo arrangiamento di 'Just Like Tom Thumb's Blues' (che ora, più in accordo con il titolo, ha le cadenze di un blues veloce), secondo pezzo in scaletta, e ottima 'Most Likely You Go your Way'; perfetti i brani da 'Modern Times', anche a Milano accolti con entusiasmo e partecipazione dal pubblico; in molti richiedono 'Ain't Talkin', che non arriva, ma chi potrebbe lamentarsi di un concerto di tale qualità? 'Like a Rolling Stones', cantata come la sera precedente da centinaia di voci, è eseguita in chiusura, e gli encores (con 'Thunder On the Mountain' e 'All Along the Watchtower') non riservano nuove altre sorprese. Domani riposo, poi sarà la volta di Zurigo. (Marina Montesano)
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