Stampa
PDF
 
Concerti Concerti BOB DYLAN – Palaolimpico, Torino - 26 aprile 2007
 

BOB DYLAN – Palaolimpico, Torino - 26 aprile 2007 Hot

Niente 'Workingman Blues #2" stasera, la tradizione operaia di Torino evidentemente non è bastata. Non che siano mancate le sorprese, al concerto di stasera. Ma andiamo con ordine. Il Palaolimpico di Torino è un posto orrendo per i concerti, l'acustica è atroce, con i bassi distorti, e troppe luci artificiali in sala che annullano l'effetto delle luci di scena. Questo, insieme al cemento e ai seggiolini di plexiglass, danno al complesso lo sgradevole aspetto di un hangar. Il concerto comincia puntuale alle 21 e il secondo brano è una insolita, rispetto alle setlist di questi ultimi tempi, 'Times They Are a-Changin'.

'Watching the River Flow' è un vero piacere, Dylan si diverte e offre una grande performance, la band lo segue. Poi, sulla pur rodatissima 'It's Alright Ma' qualsosa si rompe: Dylan è certamente scontento della sua chitarra, forse anche della band. Passa alle tastiere ma la situazione non migliora, in certi momenti sembra quasi volersi interrompere, e in effetti la 'Spirit on the Water' che segue è assolutamente incolore. A questo punto si può paventare uno di quei concerti dylaniani da evitare. Tuttavia, nel corso della performance le cose cominciano ad andare gradualmente meglio, con due sorprese, 'Spanish Boots of Spanish Leather' e 'My Back Pages', che risollevano le sorti del concerto. Ultima novità, in conclusione, una versione di 'Blowin in the Wind' del tutto stravolta che sebra un blues potente e cadenzato; una versione chiaramente provata nelle ore precedenti se non improvvisata, perché gli strumentisti lo seguono attentamente con lo sguardo per vedere in che direzione porterà il pezzo. A questo punto il pubblico, che pure è stato sempre caldo, è conquistato e reclama gli encores, che arrivano come sempre. Ma anche Dylan sembra a sua volta conquistato dal pubblico e attacca una 'Thunder on the Mountain' che esegue con linee melodiche diverse dall'originale, seguita da 'Like a Rolling Stone', cantata in coro da centinaia di voci entusiaste. Dylan, che com'è noto si rivolge molto di rado al pubblico, è chiaramente su di giri e, mentre presenta come d'abitudine i membri della band declinandone la provenienza, dice qualcosa che suona come 'We wish we were from here'. Una serata difficile trasformata in un trionfo. (Marina Montesano)

{mos_sb_discuss:11}

 

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews

Login