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Miscellanea Articoli miscellanea TOM WAITS - Il fantasma del sabato sera / Interviste sulla vita e sulla musica (a cura di Paul Maher Jr.)
 

TOM WAITS - Il fantasma del sabato sera / Interviste sulla vita e sulla musica (a cura di Paul Maher Jr.) TOM WAITS - Il fantasma del sabato sera / Interviste sulla vita e sulla musica (a cura di Paul Maher Jr.) Hot

TOM WAITS - Il fantasma del sabato sera / Interviste sulla vita e sulla musica (a cura di Paul Maher Jr.)

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Il fantasma del sabato sera / Interviste sulla vita e sulla musica
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"Sono solo una voce che qualcuno ha messo in giro". E che voce, verrebbe subito da aggiungere, e che gran giro. Un trentennio e più di giravolte vocali. La frase poetica è di un giovanissimo Tom Waits. La trovate in Tom Waits / Il fantasma del sabato sera, interviste sulla vita e sulla musica. La ripete diverse volte, quella della "voce messa in giro", ed ogni volta ti viene un brivido sottile. Perché il tutto suona molto poetico, ma è una panzana vera, naturalmente, quelle "bugie" che Waits ama propinare anche al più scafato degli intervistatori. Non l'ha messa in giro nessuno, la voce, non c'è casualità:c'è invece, nelle corpose quattrocento pagine di questo notevole libro (ottimamente tradotto da Claudia Durastanti: e non era impresa facile, considerato lo slang torci-inglese del Nostro) la dimostrazione che l'Uomo dei Tromboni Pesce Spada e della Macchina d'Ossa ha fatto una gavetta dura, intenzionale e tetragona, motivatissima. Altro che una voce messa in giro.

Certo, nella prima fase della vita, quella ricostruita, fumata, smangiucchiata e bevuta a garganella sul mito di Kerouac e di Bukowski c'è molta posa, e molto vischioso spirito di autodistruzione. Poi arriva anche per Waits il momento di guardarsi davvero dentro, e al fondo di se stesso Waits trova una donna, Kathleen Brennan, che diventa complice, amante, coautrice, deuteragonista nell'ombra nella costruzione dell'immensa epica rumoristico-poetica del "secondo" Tom Waits, quello di Rain Dogs e delle Mule Variations, e fino all'oggi di Bad As Me. "Quel che so è che devi proteggerti -racconta il Nostro- Vedi, molti di noi si aspettano che gli artisti facciano cose irresponsabili e che perdano il controllo. In un certo senso siamo convinti che se l'artista va a fondo , tornerà portandoci qualcosa per farci risparmiare il viaggio". Una frase che vale mille trattati d'estetica popular, e che ci ributta addosso l'attitudine un po' voyeuristica, dell'esperienza provata per interposta persona che ci fa amare certe cose estreme. Estreme nel senso emozionale, si intende, come Tom Waits, e il suo amore per il trovarobato musicale, per un passato fatto di graffi sui settantotto giri e vocioni sciamanici e alchemici alla Howlin' Wolf, perfettamente ri-costruiti sulla propria ugola. E poi c'è la magnificenza di certe frasi sulle canzoni. Ne trascriviamo qualcuna, per puro godimento estetico:

" Quando scrivo faccio dei sogni lucidi, cerco di entrare, di attraversare una finestra per andare da qualche parte".

"Il tessuto sonoro è molto importante per me: mi piace avere un suono con più spessore oppure un po' sfocato. Non mi piace la pulizia. Mi piace il rumore di superficie".

"Le canzoni sono una cosa semplice, puoi tenerle in mano. Ma proprio perché sono così semplici, sono simili al bird-watching: devi saperne qualcosa sugli uccelli, altrimenti non vedrai un bel niente, e resterai lì con il binocolo e un'espressione stupida sul viso".

"Devi fare in modo che le canzoni abbiano voglia di starti dentro o intorno".

"Mi piacciono le imperfezioni, mi piacciono le cose con qualche frattura".

"La registrazione: se ci pensi è un po' un miracolo. Metti insieme qualcosa in tre minuti e e qualcuno tra cent'anni ascolterà quello che hai fatto in quei tre minuti. E' piuttosto misterioso. Hai l'occasione di stringere la mano al futuro, e di far parte del passato".

"Le canzoni sono film e gioielli per le orecchie". (Guido Festinese)

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