Anche chi non parla inglese neppure per sbaglio sa cosa vuole dire I Love You. Anche chi non ascolta musica se non al supermercato muove la testa se incontra una melodia facile-facile. Metti insieme i due termini e viene fuori il bubblegum pop o pop gomma-da-masticare, o pop usa-e-getta. Genere a pronta presa le cui radici sono rintracciabili grossomodo nei primi anni 60; un esempio definitivo? Sugar, Sugar degli Archies. Bene, che c'entra quanto detto finora con il garage rock primitivo dei Dirtbombs di Mick Collins? Tutto, almeno qui. Infatti, dopo aver rivisitato la techno di Detroit, Mick veste ancora i panni del camaleonte e si cimenta nella scrittura di 10 pezzi bubblegum. Un lavoro certosino di mimesi, dai titoli ai ritornelli appiccicosi. Gradevole, anzi gradevolissimo. Ma ora, per favore, un nuovo disco dei Dirtbombs, senza travestimenti. Grazie. (Marco Sideri)