Lodestar è il grande, grandissimo ritorno sulle scene per Shirley Collins; l’ottantunenne folksinger non cantava e incideva da quasi quarant'anni a causa di un problema chiamato disfonia, che è, più o meno, la perdita delle abilità necessarie a cantare; sembra che il problema sia nato dopo la traumatica separazione da Ashley Hutchings, il turbolento creatore di gruppi come i Fairport Convention, gli Steeleye Span e la Albion Band. Recentemente, grazie anche a David Tibet dei Current 93, la Collins è tornata sul palco per narrare la sua storia e piano piano riprendere confidenza con la sua arte; solo ora, superati anche alcuni problemi di salute, esce questo nuovo disco, registrato nel suo cottage e concepito con l'importante aiuto di Ian Kearey ( già bassista nella Oyster Band degli inizi) e i due Cyclobe(ed ex Coil) Ossian Brown e Stephen Thrower. Il repertorio è assolutamente consono alla storia della Collins e agli stilemi folk revival inglese del quale fu una delle iniziatrici (Folk Roots, New Routes con Davey Graham è del ‘64) ma ci sono anche interessanti connubi con il folk americano, che riportano al suo passato di ricercatrice negli USA con il grande Alan Lomax.
La voce è comprensibilmente cambiata ma si è arricchita di nuovi toni aspri, rugosi, che ben si prestano alle cupe ballate tradizionali e agli arrangiamenti sparsi ed evocativi creati dai nuovi compagni di strada, basti ascoltare il trascinante e vario medley che apre il disco come una vera e propria ouverture folk. (Fausto Meirana)