Ed ecco l'ennesimo libro su Fabrizio De Andrè, sento già dire... Però Mare Faber - Le Storie Di Crêuza De Mä è stato pensato e scritto da uno che se ne capisce, e se ha atteso parecchio prima di dire la sua, e in modo così approfondito, qualche buon motivo lo avrà avuto. Guido Festinese, qui, in città e oltre, è apprezzato come critico, autore e sincero appassionato di musica senza frontiere. Il libro, dal titolo forse un po' asciutto, analizza perfettamente il terreno culturale che ha prodotto un lavoro seminale ed importantissimo, creato, sia chiaro, da due grandi personalità della scena musicale italiana, il burbero cantautore genovese e il musicista bresciano Mauro Pagani, deus ex machina dell'incredibile progetto che prese il nome di Crêuza De Mä. La narrazione prende il via rievocando il retroterra musicale e culturale del progetto, dalle prime collaborazioni di Pagani con De Andrè e alle frequentazioni dello stesso con altri gruppi e artisti del periodo antecedente (cioè il pieno degli anni settanta); ciò porta al riconoscimento dell'influenza di gruppi più o meno famosi (Aktuala, Area, PFM, Gruppo Folk Internazionale, Canzoniere Del Lazio). Un buon terzo del libro è occupato da questa ricerca, precisa, esauriente e ricca di rivelazioni e curiosità, almeno per chi scrive. La parte centrale, invece, si addentra con un certo puntiglio nella realizzazione del disco, rivelando, anche qui, aspetti inediti, inaspettati o storicamente illuminanti a proposito delle sette canzoni. La lingua, la musica, i musicisti, le tensioni, le critiche e il coraggio dell'impresa sono aspetti ampiamente trattati con competenza e duro lavoro (basti consultare discografia e bibliografia utilizzate). Nella terza parte, Festinese racconta il "dopo Crêuza", svelando la portata dell' inaspettato capolavoro; si parla molto, in questa parte, dei gruppi e solisti genovesi (ma non solo) che trassero dal disco fiducia ed energia per completare lavori che adesso andrebbero rivalutati e magari resi disponibili. La lista è lunga, ma qualche nome si può fare: Avarta, Echo Art, Orchestra Bailam, Aldo e Vittorio De Scalzi, Roberta Alloisio, Andrea Parodi. Il periodo trattato si estende, quindi, per circa cinquant'anni, considerando come inizio la collaborazione tra De Andrè e Pagani in La Buona Novella (1970) per arrivare fino ai giorni nostri, e oltre... Non il solito libro su 'Faber', dunque, ma qualcosa di più, al di là delle celebrazioni più o meno genuine che si sono lette in passato. (Fausto Meirana)