Echi del fiammeggiante McLaughlin di Devotion, ulcerate schegge hendrixiane, occasionali, compite morbidezze in stile Phil Miller, aperture psichedeliche degne del primo "solo" di Jerry Garcia. insomma, di tutto un pop, se aggiungete alla dose anche il Metheny più sperimentale. Sta di fatto che questo è un cd che, se amate la chitarra rock, ve la farà amare anche di più: passando della porta di un jazz stranito e imponente assieme che ha adottato la formula del power trio, alla Cream, per intendersi. Racconta lo stesso Dylan Ryan: "M'è venuto in mente di scrivere canzoni per un gruppo jazz che avesse elementi dei Black Sabbath, dei Cure, di Joni Mitchell quando aveva con sé Jaco Pastorius. Credo che questo disco ben rifletta la mia idea di suono jazz, e al contempo il fatto che io non sono nato nel 1945". Chiaro, no? (Guido Festinese)
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DYLAN RYAN SAND - Sky Beached
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