Gli italiani sono un popolo di ascoltatori. Tante delle intuizioni musicali, in ambito grossomodo rock, degli artisti di casa nostra (anche dei più dotati) possono essere ricondotte a modelli di altrove. Inglesi o americani nella maggior parte dei casi. Scontato, direte, e forse è così. È tuttavia straniante che un ottimo disco di pop psichedelico tout court, come questo, cantato in un inglese privo di inflessioni, arrivi dalla Campania. Eppure. “Midnight Talks” è una cavalcata attraverso le decadi (60 e 70 perlopiù) e i rimandi (Pink Floyd, Bowie, persino i Queen in Mystical Mistake) confezionata in modo impeccabile, a casa nostra. Arrangiamenti e suoni sono calibrati al millimetro, le melodie si appiccicano nella parte giusta del subconscio, l’alternarsi di laghi di romanticismo e stanze più rock scaccia il rischio noia. Se è questa la globalizzazione, non è poi così male. (Marco Sideri)
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