Dettagli Recensione
Fiori di Plastica
"Mi ero fatto delle promesse
Ma davanti al padre eterno
Ho mostrato fiori di plastica
Alla figlia di Madre Natura"
Sicuramente nostalgico delle "vecchie formule" perchè preferisco lo scheletro al corpo di questo nuovo disco di Neil Young, ma è probabilmente una mia limitazione. Non sopporto l'orchestra, a meno di una trasposizione rock del classico, dove gli arrangiamenti acustici ed elettrici dovrebbero farla da padrone. Non la sopporto in Gabriel, Sting e nelle esperienze viaggianti di Joni Mitchell scegliete voi, e così, forse a maggior ragione, in Neil Young.
Ho sempre considerato "Harvest", che è sicuramente superiore di tre spanne a "Storytone", comunque totalmente rovinato dalla London Symphony per aver osato metterci becco in pochi brani, figuriamoci qui dove archi, legni e ottoni impazzano nell'intero lavoro.
Non sono male poi i due blues un po' annacquati presenti nel cd, ma trovo letteralmente imbarazzante lo swing crooner stile Sinatra di "Say Hello To Chicago" .
Alla fine i brani "solo" del primo cd nudi infreddoliti e sicuramente meno raffinati di altri suoi capolavori acustici, perchè studiati per la definitiva dimensione orchestrale, risultano quelli che preferisco (e meno male che li ha messi almeno nella edizione deluxe).
Sinceramente temo che Neil Young abbia voglia di stupire, sempre e comunque, avendo ormai fatto di tutto nella sua infinita carriera e lo si vede dalle cervellotiche, e spesso poco condivisibili, scalette dei suoi ultimi concerti come nelle trovate totalmente demenziali di "a letter home" che credo sia una delle cose più inascoltabili dai tempi di Metal Machine music di Lou Reed.
Per me Neil Young è una facciata acustica e una elettrica con i Crazy Horse, per me Neil Young sarebbe da un disco ogni paio di anni e non ogni paio di mesi, ma gli do anche atto di una delle fusioni meglio riuscite, quella con i Pearl Jam, che ha dato alla luce nel 1995 un album capolavoro, "Mirror Ball", che pochi forse apprezzano come meriterebbe.
Concludo dicendo però che questo disco, Storytone, lo amerò come forse nessun altro di "Nello", ma unicamente per un paio di motivi personali che manterrò per me perchè nulla tolgono e nulla aggiungono al reale valore dell'opera.
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