Dettagli Recensione

 
MOGWAI -  Rave Tapes
 
MOGWAI - Rave Tapes 2014-04-02 21:34:54 Marco Maiocco
Giudizio complessivo 
 
75
Opinione inserita da Marco Maiocco    02 Aprile, 2014

Mogwai: il post rock e un'antica elettronica.

I Mogwai proseguono nel mescolare elettronica e post rock, spesso ridotto ai minimi termini oppure enfatico, fluttuante e stratificato. La formula, anche nel loro caso ben nota e rodata, rimane sempre molto piacevole e di livello. In questa circostanza, a partire anche dalla copertina (essenziale, geometrica, fantascientifica), che potrebbe ricordare alcune grafiche del primo Alan Parson’s Project, il gruppo sembra rifarsi ad alcuni mondi sonori fa, evocando certa elettronica melodica e analogica di fine anni ’70. In questo senso, tornano alla mente, magari alla lontana, i Kraftwerk di “Radio-Aktivität”, ma anche il Jean Michel Jarre di “Oxygène”, solo per regalare un paio di facili suggestioni (si ascolti in proposito l'avvincente "Remurdered"). Tutto, o per lo meno le parti più elettroniche, concorre alla costruzione di una “colonna sonora” adatta ad un anacronistico rave party (i rave sono un prodotto, tragico oppure no, degli anni ’80), come suggerisce anche il titolo (che per altro rimanda ai nastri di qualche decennio addietro, non certo alle odierne smaterializzate informazioni sonore digitali), di quelli che forse sarebbero piaciuti a David Toop. Un rave party sui generis, però, al rallentatore, in slow motion, in parte silenziato, in qualche modo trasfigurato. Sempre intrigante, poi, l’uso delle chitarre, morbide e sferraglianti, eleganti e minimali, a delineare, insieme ad una batterismo spesso di matrice jazzistica, atmosfere intime, raccolte, dolenti, gravi, o anche in propositiva ricerca di un qualche orizzonte. La consueta conferma, i Gremlins (pardon i Mogwai) hanno colpito ancora. Marco Maiocco

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Powered by JReviews

Login