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VAN DER GRAAF GENERATOR – Alt
 
VAN DER GRAAF GENERATOR – Alt 2012-07-26 03:32:51 Claudio Milano
Giudizio complessivo 
 
3
Opinione inserita da Claudio Milano    26 Luglio, 2012

Un pretesto...

... per dare senso a una nuova tournéé, dove in alcuni momenti improvvisativi questa esperienza ha trovato un'effettiva e gradita collocazione ("Lemmings", meravigliosa come non mai nella data di Sellersville, l'inedita "Fligth", splendida nella serata al Nearfest, dall'enorme repertorio hammilliano). Diversi gli spunti di interesse ("Colossus", "D'accord") ma nulla di vagamente conclusivo, tantomeno di vago interesse paragonato con quanto in circolazione in ambito "avant", per quanto possa essere salutato con interesse il frequente abbandono dell'organo di Banton a favore di suoni più contemporanei e il ritorno di Guy Evans in alcuni momenti ad alcune sonorità percussive che grandi hanno fatto il K Group di "The Margin". Hammill parla nella cartella stampa di "musique concrete", ma in queste tracce non c'è nulla che vagamente possa essere paragonato al percorso di Schaeffer (per questo rimandiamo a "Magog" da "In Camera" del cantante/autore.) Che la band abbia capacità improvvisative lo si sa da sempre, basti ricordare le virulente performance degli anni '70 e alcuni momenti del capolavoro assoluto "Pawn Hearts", ma che in questo disco si segua una direzione anche soltanto vaga, NO. Hammill non è il Wyatt di "The End of An Ear". Non c'è mezzo disco di suoni prodotto da lui e dai VDGG, dalla lontana ed inedita colonna sonora (rigettata dal regista John Hough, perchè ritenuta "autenticamente inquietante") di "Sudden Terror" (in italiano "Il ragazzo ha visto l'assassino e deve morire"... ) ad oggi, che meriti un vago interesse, eccetto forse per qualche momento di "Loops and Reels" e "Sonix" dal repertorio solista del leader della band. Hammill e soci sono una branca di grandi, anzi, impagabili, innovatori del suono associato alla forma canzone paurosamente espressionista, un suono che a sé non è mai riuscito ad affascinare, come band al completo, se non per qualche breve momento del secondo cd di "Present". Inutile è la definizione più propria per un album come questo, che certo incontrerà il favore più diretto di chi, da sempre, ha identificato nei VDGG il verbo dell'innovazione e non a torto. Unica contestazione... qui di nuovo, non c'è un beato accidente, solo aria fritta, cose già sentite e riproposte in una forma incompiuta e priva di ogni interesse. Un disco a pari merito di insignificanti opere della discografia hammilliana, come "Unsung", "The Appointed Hour", "Spur of The Moment". Un peccato dopo lavori di gran rilievo come il recente "Consequences" dello stesso Hammill, "A Grounding In Numbers" dei VDGG e il notevole "Live at Metropolis", ancora della band, in versione doppio cd + dvd, a prezzo “quasi” scandaloso, che, a pochi giorni dall'uscita di questo album, fotografa in maniera assai affascinante e diretta il nuovo percorso della band, con scarsa indulgenza nei riguardi di un passato mai rinnegato, ma tantomeno condotto a sterili celebrazioni, a fronte di un'ispirazione compositiva e sonora eccezionale per dei signori che mostrano orgogliosamente la loro età, con la consapevolezza di chi ha fatto la storia di un rock che, ancora oggi, non trova alcuna definizione e continua ad offrire motivi di accese discussioni.
Un 3 senza riserve per il peggior album nella discografia dei Van Der Graaf Generator, certi che il futuro riserverà pagine migliori e sperando che dopo il Box hammilliano (e come invece, so già, accadrà) non segua un Box vandergraffiano di una tournéé che, a parte due-tre date, ha mostrato una band davvero stanca, lasciando, lontano, ma non meno vivo, il ricordo dell'eccezionale tour italiano del 2011, dopo una raggiunta direzione espressiva seguita all'abbandono di un Jackson ai fiati, da tempo ormai e comunque, dopo la reunion del 2005, tristemente, con ben altri interessi. Possibile sperare in un live che raccolga le fantastiche esibizioni del trio a Milano e a Vicenza nel 2011, la memorabile data del 2 Agosto 2010 a Trieste, quella a Budapest del 21 Gennaio 2009, i migliori episodi delle recenti date a Sellersville e al Nearfest? Questo, ovviamente e tanto più conoscendo l'ostinazione di Hammill nel non riconoscere i propri limiti, non accadrà MAI.

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Commenti

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26 Luglio, 2012
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Bravo, molto bravo , pretesti da tournèè. Che Hammill sia ormai ONBUSINESS (pur avendo attaccato lo starsystem da sempre...)è evidentissimo. Sono stanchi e ripetitivi,spero non facciano la fine di quei calciatori che pur di non smettere prossimi agli ..anta si attaccano alla maglia dell'avversario per stare in piedi.Tristissimo.Che lascino un bel ricordo almeno,come al Teatro Conservatorio di Milano giugno 2005 dove c'era D.Jaxon che, piaccia o no, è IL VERO GENERATOR ,senza quegli arabeschi il trio è quasi patetico, anche perchè l'energia diminuisce con gli anni... e si fatica.
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