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Rock Monografie BOB LIND - Elusive Butterfly The Complete Jack Nitzsche Sessions (Big Beat 2007)
 

BOB LIND - Elusive Butterfly The Complete Jack Nitzsche Sessions (Big Beat 2007) Hot

ImageNel 2001 avevano provato i Pulp a far uscire dall’ombra il nome di Bob Lind, con una canzone-tributo dal titolo non esattamente allegro: Bob Lind: The Only Way Is Down. Stavolta si riparla di Lind in termini meno spettrali e più sostanziosi con questo cd che riunisce i due lp da lui incisi nel 1966, Don’t Be Concerned e Photographs Of Feeling. I motivi di questo ritorno d’interesse stanno soprattutto nel buon momento che sta oggi conoscendo la canzone pop intellettual-sofisticata (vedi Rufus Wainwright, Richard Swift e Richard Hawley, quest’ultimo fan dichiarato di Lind) con annessa riscoperta ‘cultuale’ di antenati importanti quali Jimmy Webb, Harry Nilsson e Lee Hazlewood (da poco scomparso). Per quanto concerne i suoni, il personaggio di riferimento è Jack Nitzsche, il cui nome, non a caso, è ben specificato nel titolo di questa ristampa. Il produttore-arrangiatore (discepolo e scudiero di Phil Spector) ha in effetti un ruolo di primo piano, giacché il contenitore (piccola orchestra d’archi unita a una ritmica pop-rock) ha un’importanza pari a quella del contenuto (il folk gentile delle melodie di Lind e i suoi testi ricchi di parole). Oggi può sembrare un’ovvietà, ma nel 1965, quando vennero registrate le prime session per queste brani, si trattava di una mossa davvero pionieristica.

Dal punto di vista commerciale, la scelta pagò bene, anche se solo per un attimo. Elusive Butterfly arrivò infatti al numero 5 della classifica americana dei singoli e fu ripresa da molti altri artisti fra cui Cher, Petula Clark e Aretha Franklin. La cosa buffa è che si trattava del lato b del primo 45 giri di Lind, mentre il pezzo che avrebbe dovuto fare colpo era la più dinamica Cheryl’s Going Home. Poi un dj della Florida programmò il lato sbagliato del vinile e il seguito della storia è quella già raccontato. A dire la verità Elusive Butterfly non è un brano immediatamente memorizzabile (il ritornello non si stacca troppo nettamente dalla strofa), e occorre pensare che ad affascinare il grande pubblico sia stata l’eterea circolarità della melodia e il suo perfetto equilibrio fra serenità e malinconia. In Don’t Be Concerned ci sono brani che in teoria avrebbero dovuto avere più impatto rispetto a), a partire proprio da Cheryl’s Going Home, ripresa con buoni risultati dai Blues Project e portata al successo in Italia dai Rokes con il titolo di Che Colpa Abbiamo Noi (la traduzione di Mogol trasforma un pregevole testo sentimentale in un debole grido di protesta giovanile). Altrettanto convincenti sono You Should Have Seen It e It’s Wasn’t Just The Morning, dalle atmosfere melodrammatiche alla Lee Hazlewood, e Mr. Zero (incisa su singolo dal cantante degli Yardbirds Keith Relf), valzer dai toni esistenzialisti che anticipa, con minor cupezza, Scott Walker. Fatta eccezione per la quasi dylaniana I Can’t Walk Roads Of Anger (attenzione al fraseggio vocale) e la frivola The World Is Just a B-Movie, le altre canzoni tendono al meditativo e risultano a volte troppo pigre (Dale Anne) a volte suggestivamente meditative (Counting, cantata anche da Marianne Faithfull).
Registrato poco tempo dopo Don’t Be Concerned, Photographs Of Feeling è simile all’album precedente, anche se la canzoni risultano nell’insieme sin troppo introflesse sfiorando il melenso in West Virginia Summer’s Child e affinando invece la componente esistenzialista in I Just Let It Take Me. Mancano però le melodie davvero memorabili, con l’eccezione forse di Remember The Rain, in Italia altro successo per i Rokes (E’ La Pioggia Che Va). Ma a questo punto la parabola commerciale di Bob Lind aveva già iniziato la fase discendente, tanto che Elusive Butterfly resterà il suo unico trionfo commerciale.
Del musicista del Colorado va ricordata un’altra uscita discografica ristampata di recente dalla Cherry Red, si tratta di Since There Were Circles, buon album in chiave folk-rock originariamente pubblicato nel 1971 e che vede la partecipazione di Gene Clark e Bernie Leadon. (Antonio Vivaldi)


Nota:
Come spesso accade, a dispetto del sottotitolo, queste non sono le session complete della coppia Lind-Nitzsche; manca It’s Just My Love, brano conclusivo di Photographs Of Feeling (la cui sequenza di brani è stata modificata rispetto all’originale). La si può ascoltare su un’altra antologia di qualche anno fa intitolata The Best Of Bob Lind: You Might Have Heard My Footsteps (qui la scaletta di Photographs… è rispettata).

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