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Tutto questo non sta, affatto, a significare che si tratti di un disco “brutto”; solo di un disco “strano”, che mischia frammenti sparsi e a sé stanti in un insieme (quasi) coerente. Ci trovate languide ballate di mezzo minuto, ritmi jazzati che appaiono e scompaiono, schizzi di canzone. La voce è quasi del tutto assente, così come le canzoni fatte e finite: consigliatissimo, come si dice, solo ai seguaci convinti. Per tutti gli altri, molto meglio indirizzarsi ai dischi “normali”. (Marco Sideri)