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Greatest Hits no di certo... Wyatt colpisce le coscienze, non le classifiche, ed ecco quindi una raccolta utile a chi lo conosce poco e male. 17 brani, dal 1974 ad oggi, tutti accessibili ma di notevole spessore - a parte la divertente “I’m A Believer” (Monkees, o, per gli italofoni, Caterina Caselli ...): il disco illustra bene i molteplici aspetti, sia lirici che musicali, dell’artista.C’è la desolata introspezione, l’impegno politico/sociale, la metafora trasversale e la diretta polemica; c’è la lieve atmosfera da jazz-pianobar, il rock impastato e dolente, la gioiosa semplicità; il tutto con serena ironia (anche quando le parole nascono dalla rabbia verso l’ingiustizia).Se la funzione dell’antologia è quella di riassumere ed invogliare all’approfondimento, questa raccolta di “bersagli mancati” fa centro.
(Luciano Senes)