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A partire dalla bella copertina in bianco e nero, con un barcaiolo solitario che regge una lampada nella notte, “Carbon Glacier” rivela la natura insieme semplice e complessa del migliore cantautorato. Il disco è fatto di canzoni “normali” ma vestite da suoni ed arrangiamenti originali e variopinti. Con la bella voce di Laura a tirare le fila, incontriamo distorsioni improvvise e violini armoniosi, arpeggi cristallini e brusche frenate.
Questo panorama personale accompagna la cantante, al suo terzo lavoro, verso atmosfere mai rarefatte e di enorme presa emotiva; culla l’ascoltatore come un’unica filastrocca stralunata. Ammaliando con il suo fascino squisitamente invernale. Questo disco arriva in punta di piedi, da un nome “minore”, non lasciate che vi passi accanto senza fermarlo. Non lo merita. (Marco Sideri)