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Quarto album per la trentacinquenne cantante californiana che decide di cambiare, almeno in parte, la formula vincente dei precedenti lavori. Accantonate le celebri esibizioni folk, ricche di ballate totalmente acustiche, la Welch intraprende un percorso elettrico che l’accosta a certe tirate rockeggianti del Neil Young elettrico, sfiorando cavalcate jam alla “Zuma” in alcuni brani. La strumentazione si arricchisce rispetto al passato e in certi frangenti fa la sua comparsa un organo elettrico che intensifica la poesia dei classici “lamenti” della folksinger. Non tutto dimentica l’acustico, comunque, e i momenti di maggior lirismo si hanno quando Gillian torna all’antico e declama solitaria il suo canto glabro, ammaliando d’intensità gli ascoltatori. Sicuramente un passo avanti.
(Massimo Villa)