Prosegue lo strano viaggio di Mr. Tricky, arrivato ormai alla settima stazione. La precedente, Blowback del 2001, era un totale pasticcio e un mal riuscito tentativo di “aprirsi” verso suoni più immediati e meno paranoici rispetto al passato. Oggi, a due anni di distanza, l’operazione finalmente riesce.
Dove i dischi di Tricky sono stati un tempo chiusi, aspri e introversi, si trova ora un riuscitissimo miscuglio di elementi solari (ritmi giamaicani, ritornelli più o meno orecchiabili, chitarre acustiche) e sfumature buie (parole sussurrate, lo sferragliare aggressivo delle macchine). In tempi dove la contaminazione è diventata la regola, Vulnerable s’inserisce alla perfezione: carico di spunti provenienti dai quattro angoli del globo, macinati da un’unica visione… quella dell’ex “reginetto” del trip-hop. (Marco Sideri)