Per Will Oldham questo disco è un punto d’arrivo. Per chi non ha mai ascoltato il musicista di Louisville, può invece essere un punto di partenza. Oldham ha scelto 15 canzoni pubblicate fra il 1993 e il 1996 sotto il proteiforme pseudonimo Palace ed è andato a reinciderle a Nashville, utilizzando il suo nome d’arte più recente, Bonnie “Prince” Billy. Le stesure originali erano flebili, sofferte e intensissime, queste sono più solide, distese e, a tratti, non meno pregnanti (“The Brute Choir”, “More Brother Rides”).
Per altri si parlerebbe di operazione commerciale, qui è probabile che Oldham abbia voluto aggiornare queste canzoni al suo, più sereno, stato d’animo attuale. Per questo “Sings Greatest Palace Music” può fungere, come si diceva, da punto di partenza per chi non conosce ancora uno dei veri grandi dell’”altra America” sonora. (Antonio Vivaldi)