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In effetti l’album dispone di buone frecce al suo arco, a partire da un’impeccabile fluidità sonora che dilata i pezzi in chiave psichedelica senza perdersi in autocompiacimento o prolissità secondo l’eccellente lezione dei Mercury Rev. Questa componente trasognata viene resa sostanziosa da iniezioni di cemento rock vecchio stile che citano l’inevitabile Neil Young, ma che sovente rimandano anche ai Big Star, ormai punto di riferimento imprescindibile per tutto il suono americano. (Antonio Vivaldi)