Non avevamo dubbi che anche questa nuova pubblicazione del bluesman Guy Davis meritasse attenzione. Newyorkese, figlio d'arte, Davis non è solo un ottimo musicista (apparso sempre un po' più vero del corrispettivo Eric Bibb), ma anche un attore di cinema e teatro di un certo successo. Chitarrista, banjoista, autore di talento, pare che al banjo a cinque corde si sia avvicinato sotto la supervisione di John Seeger, fratello del celebre Pete. In primis intenso bluesman acustico, Davis ha confezionato negli anni, tra un impegno e l'altro, una quindicina di dischi, tutti di pregevole fattura. Qualcuno ha giustamente definito il suo stile un moderno e (aggiungiamo noi) avvertito down home blues, ma in quest'ultimo apprezzabile lavoro l'intreccio tra blues rurale (alla Mississippi John Hurt, almeno nel modo di arpeggiare alla chitarra), american folk (come lo avrebbe trattato Pete Seeger), folk-rock dylaniano, e blues elettrico chicagoano, è assolutamente indissolubile. Tredici tracce, in prevalenza originali, e alcune cover, tra le quali meritano d'essere segnalate: "Lay Lady Lay" di Bob Dylan, una spettacolare "Little Red Rooster" di Willie Dixon (la voce di Davis qui diventa quella di Howlin' Wolf), un'oscura (nonostante l'uso splendido di un mandolino ad opera di Chris James) "Cool Drink Of Water" ("ho chiesto dell'acqua e lei mi ha dato benzina") di Tommy Johnson (l'autore del celebre "Canned Heat Blues", che degli stessi temi trattava), e addirittura "Wear Your Love Like Heaven", storica ballata "sbilenca" di Donovan. Tra gli ospiti un commovente Charlie Musselwhite all'armonica, al quale si aggiunge l'italiano e cultore del blues Fabrizio Poggi, e un certo Professor Louie alle tastiere, a suonare in perfetto stile The Band. Notevole. (Marco Maiocco)
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GUY DAVIS - Kokomo Kidd
GUY DAVIS - Kokomo Kidd
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