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Rock Recensioni DANIEL BACHMAN - River
 

DANIEL BACHMAN - River DANIEL BACHMAN - River Hot

bachmanEcco un'altro talentuoso nipotino di John Fahey, il venticinquenne Daniel Bachman, che al settimo disco in studio pubblica (a detta delle cronache) probabilmente il suo disco più riuscito, compiuto, convincente. Originario della Virginia, Bachman è per l'esattezza nativo di Fredericksburg, città cardine nel corso della guerra civile americana, perchè situata esattamente a metà strada tra Washington e Richmond, le due capitali delle forze a confronto, la prima capoluogo politico dell'Unione, la seconda estremo baluardo della coalizione confederata, stato maggiore del valoroso esercito del generale Lee (e non lo diciamo da sudisti ovviamente). Una cittadina costruita sulle rive dell'algonchino Rappahannock River, che dalle Blue Ridge Mountains, le avvisaglie orientali di quel mitico spartiacque culturale che è rappresentato dalla catena appalachiana, scorre più o meno rapido fino alla famosa baia di Chesapeake (l'approdo degli antichi "padri pellegrini"), vero e proprio ampio porto naturale. Sono aree geografiche nelle quali ci siamo già imbattuti, occupandoci (per esempio) di Nathan Bowles e del suo piccolo grande capolavoro "Nansemond", sospeso tra lo psych folk e la "filologia musicale" in chiave popular. Daniel Bachman per la verità oggi non vi risiede più, essendo da qualche tempo un cittadino della non lontana (verso sud) Durham (Nord Carolina), città nella quale è stato registrato questo suo ultimo "River", pacata e smagliante sintesi di blues, folk, "tempi stracciati", echi antemici, slide distorti e rallentati, saltellanti fingerpicking e improvvisazioni spaziali. Un impasto acustico e sonoro in fondo tipico del sud est (anche se Bachman ci mette decisamente del suo), capace di invadere qualsiasi ambiente di luminosi, corroboranti e terapeutici armonici. Un lavoro dal forte carattere ipnotico e narrativo, interamente dedicato al fiume Rappahannock, ai suoi paesaggi, al suo ecosistema, alla sua storia, e tutto questo a prescindere dal doloroso ricordo del terribile alluvione che nel 2014 ha colpito micidialmente la zona di Fredericksburg. Da non perdere. (Marco Maiocco)

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