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Rock Recensioni WEEZER - Weezer [Green Album] (Geffen 2001)
 

WEEZER - Weezer [Green Album] (Geffen 2001) Hot

ImageGreen Album. Non c’è nessun titolo, ma a prima vista questo è il nome più appropriato da affibbiargli. Un verde acido e anche un po’ fastidioso in copertina. E fastidiosi sono anche un po’ loro, Rivers, Brian, Pat e Mikey, che si atteggiano in posa da nerd. Basta dare un’occhiata alle scarpe (e soprattutto alle Vans quadrettate di Mikey) e ci si rende conto che dei nerds tanto amati di The world has turned and left me here e My name is Jonas, probabilmente non è rimasto un gran che. La speranza che un silenzio di cinque anni portasse al parto di un capolavoro (in cui confidavo vivamente) rimane decisamente delusa. Ci voleva un’altra operazione alle gambe per inchiodare Rivers ad un letto in modo che la vena compositiva che aveva dato luce a Pinkerton potesse farsi di nuovo sentire? Forse si, visto che da quando il gruppo si è messo a girare il globo per suonare in tour, la qualità della produzione del gruppo è scesa sotto il livello a cui eravamo abituati.
L’album verde risulta infatti essere un power-pop onesto, senza spunti geniali e, per fortuna, senza neanche troppe cadute. E così iniziando a saltellare non appena inizia Don’t let go, alzo il volume ascoltando e canticchiando i coretti trascinanti di Photograph che ben mi fanno sperare per il resto del disco. E invece mi devo ricredere non appena entrano in scena i chitarroni di Hash Pipe, brano che non c’entra niente con il disco, ma che a sorpresa viene scelto come singolo (?!). Di Island in the sun è sicuramente da recuperare il ritornello, mentre da dimenticare gli heep heep e il video. Crab, Knock-down Drag-out e Smile passano praticamente inosservate mentre il terzetto di coda chiude il disco lasciando sperare per il futuro. Simple pages e Glorious day ridanno un po’ di forza e consistenza alle ritmiche di Rivers e compagni, mentre O Girlfriend tocca più per il testo che per la musica. Certo che se tornassero all’antico come proclamano, peraltro in italiano, sarebbe proprio un progresso... Fossi Mykel & Carli non sarei felicissimo della dedica di questo disco, avrei preteso qualcosa di più. (Giovanni Besio)

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