![Image Image](http://www.d3sign.it/dc/images/stories/CD/thumb_late cord.jpg)
Micah, qui accanto al tastierista/organista John-Mark Lapham, si discosta dalla formula tradizionale delle sue composizioni per perdersi in toni ombrosi e dilatati: meditazioni parzialmente strumentali che si candidano spontaneamente ad ascolti notturni, possibilmente solitari. Organo, pianoforte, qualche disturbo elettronico, rari pizzichi di banjo e chitarra: questi gli ingredienti del disco, capace, fin dal primo ascolto, di stupire e incantare chi non teme i risvolti più nascosti della malinconia. (Marco Sideri)