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Portati all’attenzione del mondo dei musicofili da una propaganda imbarazzante ed entusiasta di uno dei giornali musicali più quotati in circolazione, i Richmond Fontaine in realtà sono tutt’altro che novellini. Hanno al loro attivo cinque dischi di solido country rock, alla maniera dei primi Wilco, e solo con l’ultimo “Post To Wire” (2004) avevano guadagnato un po’ di visibilità (e distribuzione) dalle nostre parti.
Con “The Fitzgerald”, dal nome dell’albergo di Rhino dove il disco è stato composto, sublimano l’anima più rock delle loro canzoni verso una forma di cantautorato scarno ed efficace: poco più di una chitarra e un’occasionale batteria spazzolata fanno da sfondo alle canzoni, racconti letterari e scheletrici di emarginazione a stelle e strisce. Roba vecchia, forse, ma funziona a meraviglia. (Marco Sideri)