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“Flares”, come i panorami algidi dei Sigur Ros o la tensione definitiva dei Godspeed You! Black Emperor, riesce a trasportare chi ascolta in un luogo nuovo senza mai forzare la mano. Gli strumenti, i ritmi e le melodie, si fondono in un unico scenario che va colorandosi via via di sfumature diverse: rinunciando alla voce, il suono incanta e seduce; si perde e si ritrova lungo i minuti dell’album. Un disco in cui smarrirsi. (Marco Sideri)