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Bobby Gillispie e soci si destano dopo quattro anni di torpore e in dieci giorni registrano tutto il nuovo disco dei Primal Scream. Dopo un interminabile filotto di esperimenti sonori in bilico tra il pop inglese e l’elettronica psichedelica (Screamadelica e Vanishing Point), di incursioni nelle sonorità sporche del punk elettronico (XTRMNTR e Hevil Heat), il quintetto di Glasgow torna a riaprire quella parentesi di rock’n roll più smaccato ed ammiccante introdotta da Give Out but Don't Give Up.
Riot City Blues è comunque un prodotto più maturo, forse meno immediato, che strizza l’occhio sia al Blues (Nitty Gritty, We’re Gonna Boogie) che al pop inglese più sfacciato e coinvolgente dei Rolling Stones (Country Girl, The 99th Floor), senza dimenticarsi di un po’ di psichedelia (Little Death). (Giovanni Besio)