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Gradevole. Sembra il termine più appropriato, non solo per questo terzo album, ma proprio per la band inglese che ha ormai capito qual è la sua strada e la percorre. Squadra che vince non si cambia, così gli I Am Kloot ripropongono quel loro sound così tipicamente inglese, tra l’easy delle immancabili ballate, come “I Believe” e “Ashtray”, e “l’osa” di una sperimentale “Dead Mens Cigarettes”, che riecheggia una bossanova.
Certo non sono originali (benchè l’iniziale “No Direction Home” sembri preludere a tonalità un po’ più decise) e “Gods And Monsters”, benché convincente, fatica a rivaleggiare con “I Am Kloot”, del 2003. Ma forse il loro punto forte sta proprio nel non voler proporre a tutti i costi il disco dell’anno e nel non ridursi a cloni dei vari baronetti dell’attuale brit-pop. Insomma, continuano a non deludere. (Erika Furci)