Dopo l’esercitazione in stile country-pop intelligente di Garden Ruin, i Calexico tornano alla fusion di neon e polvere (vedi il titolo) che li aveva fatti amare ai tempi di The Black Light. Come sempre bravi a suonare e a comporre, Burns e Convertino aggiungono con Carried To Dust un nuovo, pregevole episodio alla loro saga di frontiera fra Arizona e Messico. Le coordinate sono ormai note: a una base alternative-mariachi si sovrappone una curiosa metafisicità etnica, percepibile tanto nei momenti intensi (Victor Jara’s Hands, The News About William, House Of Valparaiso con Sam Beam/Iron & Wine) quanto in quelli più ipnotici (Two Silver Trees, Man Made Lake). Contribuiscono alla ben concepita trasognatezza anche la tortuosità, a volte un po' compiaciuta , dei testi e le straniate immagini di copertina e libretto, che vedono il ritorno di Victor Gastelum, illustratore di fiducia della musica del duo. Il luccichio, a tratti quasi diafano, della patina sonico-psichica si attenua nella seconda parte del programma, meno ispirata, più sfilacciata e con qualche momento di maniera. L'’edizione italiana è suggellata dalla bonus track Polpo, cantata da un Capossela bravo e risaputo. (Antonio Vivaldi)
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