Dopo gli ottimi esordi, i Crash Test Dummies hanno pubblicato, a cavallo tra la fine degli anni novanta e l’inizio di questa decade, tre album di scarso valore dal punto di vista artistico, finendo per essere etichettati come gruppo che aveva ormai fatto il proprio tempo. Ma la band di Brad Roberts ha fatto ricredere qualsiasi critico, consegnandoci un piccolo capolavoro.
Tutto è finalmente ricamato su misura e con misura per la sua voce:la strumentazione è un leggerissimo soffio acustico, sul quale Brad Roberts stende il canto che evoca l’ultimo Johnny Cash; bastano i primi tre o quattro brani per capire lo spessore di questo disco: tutto è contenuto, ogni eccesso limato, appena i toni sembrano alzarsi, tutto si placa per potere rientrare in minimalismo folk costruito tra archi e tastiere appena accarezzate. Indispensabile. (Andrea Tassistro)