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Per una volta, il motivo non risiede in un’oculata strategia di marketing, bensì in una proposta musicale personalissima che, col tempo, ha assunto confini precisi e definiti. Abbandonata parzialmente la dilatazione estrema del precedente “()”, il gruppo torna con “Takk” al misto di melodia e suggestione che l’ha reso celebre: le undici canzoni sono eleganti crescendo di voce, angelica ed eterea, e strumenti, ora impalpabili ora fragorosi. Il risultato è ottimo, e conferma tutte le speranze riposte a suo tempo nella formazione. (Marco Sideri)