Nel terzo millennio ha ancora un senso produrre un disco con musiche e atmosfere da Stax metà anni '60? Verrebbe da rispondere di no; poi l'onesto soul d'annata di Sharon Jones da Augusta, Georgia (ma cresciuta a New York dove la Daptone di Brooklyn l'ha riscoperta in non tenera età portandola al terzo disco), conquista all'ascolto. I Dap-Kings, un gruppo per lo più bianco, ha mandato a memoria i duetti basso-chitarra di Donald Dunn e Steve Crooper, così come la solida elasticità dei fiati dei Memphis horns. Si sente la mancanza di una canzone indimenticabile (ci riescono un po' la title track, dall'andamento altalenante con tanto di coro quasi gospel e la grazia evocatrice di “Let them knock”): ma di questi tempi, di Isaac Hayes che scrivono nell'ombra, non ce ne sono molti. (Danilo Di Termini)
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