Aveva deciso di ritirarsi, disgustata dallo show business (a "cesspool" lo aveva definite), per dedicarsi esclusivamente all’amata pittura. Invece, ecco "Shine", primo di due album distribuiti dalle caffetterie Starbucks (negli States devono aver scoperto qualche misterioso legame tra il cappuccino e la musica). Nonostante il titolo scintillante, i testi parlano di guerra, di inquinamento e di un futuro sempre più squallido, tanto da meritarsi, per il New York Times, la definizione di moderna Cassandra. In effetti la signora è cambiata: la sua voce, più bassa e scura è meno elegiaca; ma le canzoni mantengono il fascino di sempre, a cominciare da “This place” (la prima, “One week last summer” è strumentale) e richiedono e meritano più di un ascolto per dirimerne le complesse trame. Affascinante. (Danilo Di Termini)
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