Disco numero tre per il vivace signor Rascal, ossia una delle voci più in vista del cosiddetto “grime” (grossomodo: hip hop declinato al suono delle metropoli cosmopolite britanniche). Voce tagliente, arrangiamenti anche originali (oltre ai soliti battiti, una buona dose di distorsioni e disturbi assortiti, un uso efficace dell’elettronica), qualche piacioneria di troppo (strizzate d’occhio al fascino più digeribile e commerciale del genere, collaborazioni di cassetta), un buon tiro lungo tutto l’album. Non avvicinatevi neppure se hip hop, rap e dintorni non sono la vostra tazza di tè. Ma se, al contrario, l’incrocio di ritmi e rime che ha conquistato il palcoscenico musicale negli ultimi dieci anni vi interessa, allora Dizzee, aggressivo e fresco al punto giusto, è un nome da tenere decisamente d’occhio. (Marco Sideri){mos_sb_discuss:11}