Spirituali (“The Light”), meditativi (“What I See”), orientaleggianti (“All The World Wept”) , ma anche ossessivi (“Hear My Call”) e vagamente ironici (“Childhood Song”). Sintetizzando, si può dire che i White Magic della salmodiante Mira Billotte e del più defilato Douglas Shaw suonano musica mistico-moderna da improbabili rosacrociani di Brooklyn (dei Rosacroce è anche il motto latino che intitola l’album del duo: “la rosa dà il miele alle api”). Trovare dei referenti non è facile: i richiami a certa musica vecchio stile fanno pensare a Karen Dalton (“Katie Cruel” le rende omaggio), poi si pensa ai Dead Can Dance nei passaggi più dilatati (“Palm and Wine”) e ai Fiery Furnaces in quelli più nervosi (“Sea Chanty”). Il ‘nuovo folk’ continua a dare soddisfazioni, anche se mancano ancora l’artista e il disco davvero sublimi. (Antonio Vivaldi)
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