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Arriva dalla penna di un ventiduenne americano questa ennesima ipotesi di contaminazione per la canzone d’autore. Micah, accompagnato dal suo personale “Gospel Of Progress”, mette in fila tredici canzoni che, da melodie chiare e solide, sviluppano arrangiamenti originali e complessi donando al risultato una personalità ed un fascino assai marcato. Distorsioni che spuntano a disturbare ballate acustiche; strumenti d’ogni tipo (organo, mellotron, fiati, voci, percussioni) che dipingono intorno alla voce panorami insieme moderni e antichi, soluzioni impreviste che rendono l’ascolto interessante oltre che gradevole.
Prevederne il successo numerico e commerciale è operazione incerta e difficile; sul piano qualitativo, d’altra parte, l’impressione è che, in silenzio, sia nata una stella. (Marco Sideri)