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Le discografie della cosiddetta British Invasion sono irte di trappole territoriali. La portentosa vendibilità delle canzoni di Beatles e Rolling Stones (ma anche di Kinks, Animals e altri) fece sì che i loro singoli venissero pubblicati in più paesi del mondo e sempre con qualche piccola o grande variazione. Da qui le surreali quotazioni raggiunte nel corso del tempo da prodotti significativi per il contenitore e irrilevanti per il contenuto. Più sostanzioso (in quanto legato a due diverse filosofie mercantili) è il discorso riguardante gli album in edizione inglese e americana. Mentre la madrepatria preferiva tenere separate le discografie a 33 da quelle a 45 giri, i coloni d’oltreoceano consideravano gli lp un assemblaggio di singoli più qualche riempitivo. Ecco perché per i Beatles (e per gli Stones) d’inizio carriera la discografia americana è vista come gregaria rispetto a quella inglese.
“ The Capitol Albums Vol. 1” sembra voler restituire equilibrio, quantomeno a livello di confezione, ad un confronto sin qui impari. Il cofanetto contiene i quattro album pubblicati dalla Capitol nel corso del 1964. Significativo è in particolare il primo, “Meet The Beatles”, che rimaneggia il titolo del secondo lp inglese (“With The Beatles”) riproponendone l’immagine di copertina, cambiando tre brani e omettendone due. E’ l’album che sancisce la nascita ufficiale della Beatlesmania a stelle e strisce. Poi ci sono i più raccogliticci “The Beatles’ Second Album” e Something New” (con la versione in tedesco di “I Want To Hold Your Hand”) e “Beatles 65” che ricalca in gran parte “Beatles For Sale”. I suoni sono rimasterizzati, le copertine sono riprodotte con cura e ogni album è proposto sia con il missaggio mono che con quello stereo. (Antonio Vivaldi)