E’ giovane, Jesse Malin, ma scrive canzoni con la profondità sofferta di chi ha cumuli di esperienze sulle spalle. Le sue radici post punk (negli anni novanta era il leader dei D Generation) hanno ormai metabolizzato le atmosfere tese e vitali di New York, città simbolo di una quantità imprecisata di cantautori urbani. The Heat, secondo album solista di Jesse, è intriso di sonorità metropolitane, cariche di energia e passione.
Nulla di innovativo, ma quell’intreccio di inquietudine, riflessioni notturne e sfida alle convenzioni sociali che mantiene un fascino irresistibile. Da ascoltare con attenzione la bellissima Hotel Columbia, Silver Manhattan (con il dramma dell’11 settembre sullo sfondo) e New World Order, che si insinua tra le contraddizioni della società americana. (Ida Tiberio)