Gli islandesi Sigur Ros sono tra i gruppi che, in tempi relativamente recenti, hanno conquistato più successo di pubblico e critica. Merito indubbio di un suono unico ed originale: lunghe composizioni sognanti, a metà tra l’avanguardia e la melodia tradizionale, strumentali o intonate da un falsetto angelico. Canzoni capaci di cogliere di sorpresa e contemporaneamente cullare l’ascoltatore. Dopo un EP e due album lunghi, il gruppo torna oggi con venti minuti di musica inedita, pensata e composta per accompagnare un balletto.
La connotazione necessariamente atmosferica dei brani fa sì che appaiano come usciti da un carillon, dolci ed ingenui. Di certo meno avventurosi e seducenti della produzione “principale”, anche se non privi di certo fascino sperimentale. Solo per gli appassionati, come si suol dire. (Marco Sideri)