Nata sul tavolo della cucina di casa, Mirah si butta a capofitto nell’universo musicale, suonando prima in una jazz band e poi dando vita ai propri progetti musicali sempre più rivolti al mondo lo-fi e indie pop. Armata solo della sua chitarra e della sua strepitosa voce comincia a farsi notare sulla scena musicale della West Coast, tanto che il signor Microphones, Phil Elvrum, la vuole con se in più di un’occasione, fino a produrne il primo disco nel 2001.
C’mon Miracle segna la completezza e spessore della ragazza dell’Oregon che con semplicità disarmante ed energia pacata dà vita a undici brani sognanti e conturbanti allo stesso tempo. Tra ballate sospese (Nobody Has to Stay), intrecci vocali (We’re Both So Sorry) e ritmi serrati (The Light) è impossibile non lasciarsi trascinare nel mondo fatato di Mirah. (Giovanni Besio)