La copertina è un tributo ai grandi della musica nera, ma Edan Portnoy è assolutamente bianco. Qualcuno già lo chiama “il Quincy Jones della scena indie”. Più appropriato potrebbe essere considerarlo il Beck dell’hip hop. Come Beck anche Edan ama citare i propri miti sonori rielaborandoli e fondendone fra loro i suoni. Nel caso di “Beauty And The Beat” i nomi sono, fra tanti altri, quelli di Afrika Bambataa, Grandmaster Flash, Jimi Hendrix, ma anche Beach Boys (quelli di “Pet Sounds”) e King Crimson.
Il genietto di Boston ne estrapola le componenti “psichedeliche” a cui aggiunge di suo un bel talento nel campionare e un rapping brillante e godibile. Insieme all’esordio dei ben più foschi Kill The Vultures, un album che dimostra come l’indie hip hop rappresenti uno dei fenomeni più vitali della scena contemporanea. (Antonio Vivaldi)